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San Giacomo Maggiore

Possente costruzione che sorge sul territorio di una delle più antiche sedi parrocchiali

La chiesa di San Giacomo Maggiore domina, con la sua mole, gli altri edifici dell'abitato di Campertogno. Possente costruzione sorge sul territorio di una delle più antiche sedi parrocchiali: Il 25 aprile 1415 il vescovo di Novara Pietro de Giorgi, per porre fine alle controversie tra gli abitanti di Scopa e quelli di Campertogno, decretò la separazione dalla parrocchia di Scopa e la costituzione della nuova parrocchia di Campertogno nella chiesa di San Giacomo Maggiore. Siccome nel corso degli anni successivi il vecchio edificio risultò non più sufficiente per la popolazione in crescita ad accogliere tutti i fedeli (gli abitanti erano nel 1665 ben 2700), il vescovo ne suggerì la riedificazione. La costruzione secondo il progetto modificato a Juvara iniziò nel 1720 e terminò nel 1732 e per tutti i secoli XVIII e XIX, l'edificio venne arricchito con nuovi ornamenti e completato con l'erezione della facciata soltanto nel 1898.

Esternamente, essa è caratterizzata dalla slanciata facciata, risalente al 1898, divisa in due ordini da un alto cornicione, entrambi decorati con lesene corinzie: nell'ordine inferiore si aprono i tre portali sormontati da un affresco raffigurante San Giacomo che predica, opera del pittore Bialetti su cartoni di Camillo Verno; nell'ordine superiore, invece, ai lati del finestrone rettangolare centrale, ciascuna entro una propria nicchia si trovano le statue di San Giacomo (a sinistra) e San Gaudenzio. Alla sinistra della chiesa si eleva la torre campanaria a pianta quadrata, la cui cella si apre sull'esterno con una bifora su ciascun lato; il campanile risale al 1595 ed è quello della chiesa precedente all'attuale.

Sulla parete esterna dell'abside, che da sulla piazza del paese, vi è una grande meridiana dipinta, opera di Andrea Bonini che la eseguì nel 1880, avente la caratteristica di non indicare soltanto le ore, ma anche esattamente l'istante del mezzogiorno.All'interno si possono ammirare gli affreschi e le pitture che rivestono le pareti e maestoso l'altare centrale e l'organo risalente ai primi del 1600. La volta dell'aula è decorata con un affresco iniziato nel 1730 da Carlo Borsetti e portato a compimento da Giovanni Milocco; esso raffigura, al centro, San Giacomo in gloria; del Borsetti sono anche gli affreschi che decorano le volte delle quattro cappelle laterali che si aprono sull'aula, mentre i tondi con i Misteri del Rosario sono di Pier Celestino Gilardi (1870). Il coro e l'abside sono interamente occupati dal presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa; all'interno di esso si trova il pregevole altare maggiore in marmo, realizzato nel 1809 su disegno di Giovanni Molino. Le pareti di questa zona della chiesa sono decorate con cinque quadri di Lorenzo e Giuseppe Avondo raffiguranti Scene della vita di San Giacomo (1839).

Adiacente al corpo di fabbrica maggiore si appoggia la chiesa di Santa Marta, un tempo posizionata in aree che, oggi, fanno parte della chiesa maggiore. La chiesa di Santa Marta, situata adiacente al edificio della chiesa maggiore, fu radicalmente spostata durante i lavori settecenteschi della parrocchiale, pur conservando i suoi arredi originali. Tra questi degno di nota il splendido altare ligneo piramidale scolpito, dorato e dipinto realizzato tra il 1709 e il 1710 da Giovanni D’Alberto e Giovanni Mainoldo. L’altare contiene una scultura della Vergine di Gaudenzio Sceti (1689).

Forse il Museo della Parrocchia di Campertogno non è tra i più conosciuti nella valle, ma chi ha la fortuna di visitarlo lo troverà veramente interessante. Il museo si trova adiacente alla monumentale chiesa San Giacomo Maggiore di Campertogno e ben distribuito in accoglienti sale espositive dell’edificio parrocchiale. La raccolta è stata realizzata per volontà del parroco, illuminata figura di sacerdote studioso e storico dell’arte, don Pier Cesare De Vecchi. Il Museo raccoglie diverse centinaia di opere d'arte sacra tipiche della Valsesia, provenienti anche dai vari luoghi sparsi sull'intero territorio Comunale. Tra le opere inventariate sono le tele, sculture dorate e policrome, arredi, suppellettili e oreficeria come candelieri, paliotti, calici provenienti dalla primitiva chiesa esistente prima dell’attuale che fu edificata nel ‘700. Tra i dipinti da segnalare la grande tela di Melchiorre D’Enrico che raffigura la Processione votiva dei campertognesi al Sacro Monte di Varallo per essere scampati alla tremenda peste di manzoniana memoria che aveva comunque mietuto ventotto vittime. La vera perla di questo museo è il meraviglioso altare dorato ligneo, scolpito con maestria che ti lascia a bocca aperta per la sua bellezza. L’altare è originario e ha la forma piramidale completo in ogni sua parte. L’esposizione si completa con le opere d’arte e gli arredi sacri di diversi oratori e cappelle periferiche troppo isolate per non considerarsi esposte a probabili furti. Questa cospicua raccolta d’arte è la testimonianza dell’ingegno e della maestria di importanti dinastie di pittori ed altri artisti e artigiani valsesiani che operarono ed erano conosciuti non solo in valle ma anche in tutto il nord Italia e Francia e che lasciarono notevoli opere, oggi fanno parte del prezioso patrimonio artistico della Valsesia.

  • LUOGO : CAMPERTOGNO